Primarie per il Terzo Polo. Riprendere il cammino ripartendo dal basso.

Se c’è un errore, che abbiamo commesso nella costruzione del “Terzo Polo”, è quello di aver lavorato troppo in una stanza chiusa, in un laboratorio. E da lì aver cercato le formule migliori per realizzare il nostro progetto politico.

Dopo le elezioni, e l’offerta elettorale improvvisata, serviva semmai il coinvolgimento dei cittadini, serviva passione, costruzione dal basso di un’identità.

Soltanto così la casa dei riformisti, una forza che sta al centro del quadro politico nazionale, sopravvive nel tempo, non scade con il calo della popolarità del suo leader pro tempore.

Non si può avallare l’idea che tutto debba partire da un cognome, quale che sia. Non è un caso che le prime frizioni con Calenda siano nate proprio quando è stato posto il problema di togliere il suo cognome dal simbolo. Niente di personale, semplicemente non è ad un partito personale che avevamo mai pensato.

Di un partito riformista, che occupa uno spazio politico alternativo a chi, nel ventunesimo secolo, pone ancora la questione delle “etnie” e a chi pensa di contrapporre una politica massimalista ideologica sganciata dalla realtà e fatta unicamente  di simboli, abbiamo bisogno sempre, non per una stagione e poi basta.

Penso che dovremmo smetterla con le formule politiciste, che finora hanno monopolizzato il dibattito sul Terzo Polo, smetterla con una discussione sulle risorse economiche, sulle regole congressuali, sulle federazioni o il partito unico, per cominciare a porci il problema di come far fiorire questa forza politica dal basso, con naturalezza.

È necessario spalancare porte e finestre, serve il contributo delle anime che in questo momento si trovano strette nello scenario politico nazionale bipolare muscolare: i cattolici democratici, liberali, i riformisti e le più importanti famiglie politiche del nostro Paese.

Per fare tutto questo servono progetti  e servono le primarie aperte, lo strumento democratico per eccellenza che consente a tutti gli iscritti di esprimersi e di scegliere la leader o il leader da cui farsi guidare.

Qui un mio video sul tema: https://fb.watch/k2ymkF_QON/

Il Pnrr e luovo di Colombo.

Vi sarà capitato di percorrere ad esempio unautostrada nel pomeriggio, di subire deviazioni per un cantiere aperto e di non trovare nessun operaio al lavoro. Il cantiere è funzionante ed operativo, semplicemente, di solito, alle 15 finisce lunico turno di lavoro iniziato alle 7 del mattino, il camioncino fa il giro dei cantieri, preleva gli operai e chiude il servizio.

La proposta che faccio al Governo è molto semplice: vista la scadenza al 2026 per completare le opere strategiche previste dal PNRR, obblighiamo le imprese, con una legge ad hoc, ad eseguire i lavori per almeno due turni lavorativi, nel rispetto dell’applicazione  della normativa vigente dei Contratti collettivi nazionali.

Questo significa che il cronoprogramma dei lavori dovrà prevedere sia il turno ordinario che un secondo turno dalle ore 15 alle ore 23.

Le Imprese non avranno nessun onere maggiore. Da un lato, infatti, avranno la possibilità di chiedere il ristoro del doppio turno nella disponibilità delle somme già stanziate nei quadri economici delle opere, dall’altro lato le imprese con una maggiore produttività del cantiere potranno incassare più velocemente gli importi contrattuali.

E’ semplice intuire che la misura legislativa che propongo, almeno sino al 2026, consentirebbe di aumentare anche il fabbisogno di operai e maestranze nei cantieri delle opere pubbliche immaginate dal PNRR.

Qui un mio video sul tema: https://twitter.com/italiaviva/status/1644613927165128704?s=48&t=8oWzt4we1NZvjGcL49sNpw

Commissione Covid: Pd e M5S sullAventino e spuntano i no vax.

Ho presentato una proposta che ha costituito il testo base per istituire la commissione bicamerale che si occupi dellemergenza Covid. SullAventino Pd ed il M5S, come se avessero qualcosa da nascondere, mentre il centrodestra ha chiesto che la commissione si occupi pure dei vaccini( schiacciando locchio ai no vax), sollevando dallindagine le Regioni, che non sono zone franche seppure governate alcune da loro. Una cosa è certa, per amore di verità: serve chiarezza e la commissione va istituita. Il Paese deve essere pronto ad altre possibili pandemie.

A 14.700 italiani non verrà diagnosticato il tumore, in Italia questo non fa notizia.

Le liste dattesa sono un problema enorme, è disumano che qualcuno non possa curarsi perché il nostro sistema sanitario non gliene dia la possibilità. Sicuramente è un problema di risorse, ma poi scopri che per aumentare lofferta il governo Draghi aveva messo a disposizione delle regioni dei fondi e nonostante le attese siano infinite, le risorse non vengono spese. Ben 165 milioni tenuti in cassaforte o spesi per altre finalità e la cosa peggiore è che a non spendere maggiormente sono proprio le regioni con le liste dattesa più lunghe.

Poi quando ti accorgi che a causa della pandemia, tra le altre cose, non sono stati effettuati circa 2,5 milioni di screening oncologici che si stima individueranno circa 14.700 nuovi tumori, ti rendi conto di quanto sia allucinante questo paese.

Qui un mio video sul tema: https://fb.watch/k2zB7UEl1H/

La sostituzione etnicae la saga del vuoto pneumatico.

Non è parso vero ad Elly Schlein che il Ministro dellagricoltura, Francesco Lollobrigida, pronunciasse la pessima frase sulla sostituzione etnica, per poter subito rispondere con il suprematismo bianco”.  

E una seria discussione sul calo drammatico delle nascite si è trasformata in vuoto scontro ideologico a saldo zero. Pochi bambini vuol dire, in proiezione, pochi lavoratori e tanti pensionati. Questo vorrà dire che il nostro Paese rischia nei prossimi anni il crack economico e sociale. E poi pochi lavoratori oggi vuol dire più povertà e interi settori economici in difficoltà.

Servono più donne al lavoro, regolare i flussi dei migranti favorendo gli ingressi regolari, serve creare sviluppo quindi occupazione, va contrastato il lavoro in nero, troppi tre milioni di lavoratori che non versano i contributi e infine servono serie politiche per la famiglia, come il family act, ricordate?