Intervista di Affaritaliani.it a Davide Faraone, presidente dei senatori di Italia Viva
Senatore, le Regionali segnano un po’ uno spartiacque. Come vede il governo dopo il voto, è più forte?
“Io sono sempre stato dell’idea che il dato delle elezioni regionali non dovesse avere influenza sui governi, ma mi rendo conto che in Italia non è così. Dopodiché quello che questo voto ha determinato è sicuramente un rafforzamento dell’esecutivo e della legislatura. Non dimentichiamo, infatti, che Salvini in campagna elettorale pronosticava un sette a zero e sosteneva che il voto in Toscana avrebbe segnato la fine del governo. Insomma, sono stati gli esponenti del centrodestra, Salvini e Meloni, a politicizzare queste elezioni”.
E’ anche vero, però, che l’esito del voto ha finito con l’accentuare le fibrillazioni all’interno del Movimento cinque stelle. Non crede che questo possa minare la stabilità dell’esecutivo?
“Non credo. Anzi, paradossalmente se da questa crisi interna dovesse prevalere un’impostazione più riformista il governo si rafforzerebbe”.
In caso contrario?
“E’ chiaro che se prevalesse la tesi dei parlamentari sorteggiati o la tesi di Di Battista, che va in giro per l’Italia a manifestare il suo antieuropeismo, sarebbe tutto più complicato per il governo”.
Su un aspetto queste elezioni non hanno avuto effetto e cioè sull’agenda di governo, che resta in stallo per via di posizioni che erano e sono rimaste distanti. Come se ne esce per esempio su Mes e decreti sicurezza?
“Aspetterei ancora un po’ per dirlo, le elezioni sono appena terminate. Stiamo lavorando sul decreto Agosto e sulle linee guida del Recovery fund. Io sono ottimista, credo che ci sarà una forte accelerazione sull’utilizzo del Mes, anche perché è strettamente connesso al Recovery fund. Ecco perché è una questione che va affrontata subito: il via libera al Fondo Salva Stati, infatti, liberebbe risorse del Recovery fund da impiegare su altri capitoli di spesa”.
E i decreti sicurezza?
“Anche su questo fronte, prima delle elezioni abbiamo raggiunto l’intesa su un testo. Al netto delle ultime limature, quindi, noi chiediamo che vada subito in Cdm”.
Che cosa dovrebbe fare a questo punto il premier Conte?
“Il premier ha l’onere di tirare le somme e ha il compito di imprimere un’accelerazione. Ma io sono fiducioso che lo farà ed anche che ciò non comporterà grossi scossoni nella maggioranza. Anzi, se dovesse esserci un’intesa che addirittura può rafforzare l’attuale assetto – sul Mes per esempio ci sono pure forze politiche d’opposizione favorevoli – sono dell’idea che vada valorizzata”.
Anche per il suo partito, Italia viva, questo voto non è stato all’altezza delle aspettative. Da dover ripartite?
“Noi ripartiamo dalla consapevolezza che per la prima volta abbiamo messo in mare una barca che sondaggi davano intorno all’ 1,5-2 per cento. La media nazionale del 5,1 ci fa capire, invece, che Italia viva è una forza politica solida, una forza che attrae tutti quelli che la pensano come noi, ma che si trovano in coalizioni e partiti diversi. Noi dobbiamo avere, quindi, la capacità di attrarre. Questo è il nostro obiettivo delle prossime settimane”.
È un appello ai riformisti?
“Sogno un polo che va da Bonaccini e Gori alla Carfagna. Da Calenda a Bentivogli e alla Bonino. Personalità che devono stare dentro una sola forza politica. Una formazione che può contendere il primo posto in Italia al partito sovranista e cioè alla Lega, ma anche ai partiti populisti che in questo momento stanno sempre più emergendo. Mi riferisco al Movimento cinque stelle, ma anche al Pd, che si è molto schiacciato sulla linea pentastellata”.
Per realizzare questo progetto, sareste disposti anche a sacrificare Italia viva, in vista di un nuovo soggetto?
“In questo momento mi pare prematuro. Siamo appena nati e stiamo lavorando per strutturarci. Dopodiché è logico che l’atteggiamento di tutti deve essere quello di anteporre il progetto comune a quelli individuali”.
Intanto, al Senato Italia viva potrebbe accrescere i suoi numeri. E’ vero che senatori di altri gruppi sarebbero pronti a passare con voi?
“Se è così è solo la riprova di quanto le dicevo prima e cioè che Iv è una forza attrattiva. Di certo, non c’è da parte nostra nessuna campagna acquisti e nessuna voglia di favorire il trasformismo”.
il suo un discorso molto realistico e, soprattutto nell’interesse dell’Italia, intelligenza e competenza.