Leggi del sindaco di Milano Sala che propone di adeguare gli stipendi dei dipendenti pubblici al costo della vita, vai a vedere i costi dei biglietti aerei in partenza dagli aeroporti siciliani e ti viene di dargli ragione e di chiedere un aumento degli stipendi al Sud. 

Il Frecciarossa che arriva dal continente e percorre la Sicilia, il ponte sullo stretto, sono diventati simboli di democrazia. Mobilità e connessione insieme a sanità e istruzione sono i quattro parametri attraverso i quali si può misurare il grado di uguaglianza in un Paese, e in Italia è veramente molto basso. 

Ma la sfida con Sala non va condotta sul terreno dell’assistenzialismo e del rivendicazionismo ma sul terreno delle opportunità. 

La terribile e violenta pandemia apre tuttavia una strada, per l’Italia e per il Mezzogiorno in particolare, che solo qualche mese fa sarebbe apparsa mera utopia. Lo Stato Italiano si è indebitato, si stima che il debito pubblico raggiungerà il 170% del PIL, ma finora abbiamo utilizzato quelle risorse soltanto per sopravvivere. 

Ora, una grande opportunità sarà offerta dalla disponibilità delle risorse del New Generation Plan, quasi 180 miliardi di euro per la ricostruzione del nostro Paese. Il 34% di queste somme dovrebbero essere investite nel Sud del Paese, circa 60 miliardi. Se le risorse saranno indirizzate verso impieghi produttivi in grado di generare maggiore ricchezza il debito accumulato non costituirà un problema, se invece le impiegheremo per spese improduttive, mero sostegno ai redditi, assistenza e “clientela”, allora sarà per sempre compromessa ogni ipotesi di sviluppo. 

Il 50% della produzione mondiale, oggi, proviene dalla Cina, dall’India, dalla Korea, dal Giappone, i flussi mercantili provenienti dal Far East e diretti in Europa passano per il Canale di Suez e invece di “toccare” i porti dell’Europa mediterranea, doppiano lo Stretto di Gibilterra, superano la Manica e raggiungono i grandi scali del Northern Range. Le conseguenze sono profondamente negative; più distanza, più tempo e quindi più costi, più inquinamento atmosferico. 

Il Mediterraneo ritorna a ricoprire un ruolo fondamentale nei flussi del commercio mondiale con un transito del 19% dell’intero traffico mondiale. L’Africa, poi, registra un ritmo di crescita, sia dal punto di vista economico che demografico, enormemente superiore a quello di qualsiasi altro continente del mondo. Poniamoci il problema di regolare il flusso migratorio, ma ragioniamo anche sulle grandi opportunità che possono emergere. 

L’Italia e il Mezzogiorno, in particolare per la posizione strategica, possono essere cerniera tra i tre blocchi geografici costituiti dal Medio Oriente, dal Nord Africa e dall’Europa. E’ interesse del nostro Paese, del Meridione ed in particolare di Sicilia e Calabria cogliere l’epocale sfida che si profila all’orizzonte.

Serve un piano per le infrastrutture che intercetti i flussi di traffico crescenti, sostenere significativi investimenti nel campo dell’alta velocità e capacità, della realizzazione dei 4 corridoi europei TEN-T che attraversano l’Italia, la connessione dei corridoi alle ZES, ai sistemi portuali, alle città metropolitane, agli aeroporti, connessioni che renderebbero intere aree del Sud e del Paese in grado di competere e di attrarre, anche con la realizzazione di regimi fiscali di vantaggio pensati ad hoc con l’Unione Europea, l’insediamento di nuove realtà produttive. 

L’obiettivo è quello di riportare l’Europa, tramite il nostro Paese, al centro del Mediterraneo. Per farlo vanno “semplicemente” completate, dove già avviate, o interamente realizzate in tutto il territorio nazionale le infrastrutture previste dai quattro corridoi considerati strategici dall’Ue. 

Alta velocità/alta capacità da Augusta fino ai confini con Francia, Svizzera, Austria e Slovenia; attraversamento stabile dello Stretto di Messina (Ponte); ZES ed i necessari adeguamenti delle quindici Autorità di Sistema Portuale; banda Larga.

In questo scenario ha senso parlare di Ponte sullo Stretto poiché si tratta di un pezzo fondamentale di una visione strategica transnazionale. L’obiettivo dovrà essere quello di tramutare il Meridione nella principale porta di accesso del Mediterraneo per il continente Europeo e nei fatti anche il principale competitor di Rotterdam, primo porto Europeo per traffici mercantili.

Invece di cincischiare sul reddito di cittadinanza, di galleggiare sulle gabbie salariali, di rincorrere continuamente la sopravvivenza, proviamo a pensare in grande. Abbiamo una grandissima opportunità, non disperdiamola.

Una visione di tale portata ha ovviamente necessità del supporto e della condivisione di tutte le istituzioni regionali e locali, dei sindacati, delle associazioni di categoria e di quelle professionali.

Per tale ragione questo vuol essere un appello a tutti quei soggetti che condividono, credono in questo progetto e sono interessati a collaborare andando oltre le appartenenze e gli steccati ideologici.

Leggi anche l’intervista di oggi su La Gazzetta del Sud. (clicca qui)