Sapete cosa mi turba della mia regione? Che ha perso la forza di scandalizzarsi. Il fatalismo ha preso il sopravvento. Quando il sito dell’Inps ha fatto i capricci per la distribuzione dei bonus, è tracimata giustamente l’indignazione in tutto il Paese. Quando Tridico ha raccontato dell’attacco stellare degli hacker, abbiamo tutti abbiamo riso per non piangere. Lui resiste ancora, ma in tanti ne abbiamo chiesto le dimissioni per incapacità conclamata.
E invece in Sicilia che succede? Vengono stanziate risorse per sostenere le attività produttive massacrate dal coronavirus, si affida la distribuzione al terno al lotto del click-day, il sistema va in tilt, e chi ha organizzato la lotteria, andata per aria, fischietta indifferentemente come se nulla fosse accaduto. Decide di abolire il click-day e si affida alla distribuzione a pioggia delle risorse a tutti coloro che si erano iscritti alla gara, inaugurando il reddito di cittadinanza anche per gli imprenditori.
Risultato: tutti ai propri posti, nessuna responsabilità e “todos caballeros”, briciole per tutti, così nessuno potrà lamentarsi.
Attorno a questa sceneggiata il silenzio. E intanto 76 mila siciliani perdono il lavoro in soli tre mesi. Ma ci siamo ormai abituati anche a questo, assuefatti, nulla ci scandalizza più.
The sound of silence.
Faccio sindacato ormai da quasi un ventennio, ho constatato da tempo che “the sound of silence” è oramai una regola fissa