A me di Musumeci, che vuole solo accattivarsi le simpatie di Salvini, fregandosene dei siciliani, non m’importa un tubo. Ciò che mi interessa è dare una mano ai sindaci di frontiera. Perché sono loro quelli che si trovano a gestire un’emergenza enorme. Sono loro che non possono permettersi giochini politici e ordinanze farlocche. Hanno di fronte una realtà che è ben più grave delle dispute ideologiche e della propaganda.

Parlo di Totò Martello, sindaco di Lampedusa, di Roberto Ammatuna, sindaco di Pozzallo, Giacomo Tranchida, sindaco di Trapani, Cettina Di Pietro, sindaca di Augusta e di tanti altri primi cittadini della mia Sicilia.

Gli hotspot (unico luogo adibito ad accogliere i migranti dopo la chiusura degli Sprar con i decreti sicurezza) sono stracolmi e il governo nazionale non può pensare a nuovi campi profughi né a Vizzini né in nessuna altra parte della Sicilia.

Serve umanità, solidarietà, serve che il nostro Paese e l’Europa non voltino le spalle ai siciliani. Serve sicurezza alle frontiere, che non vanno chiuse ma devono essere controllate.

È questo governo nazionale che può e deve dare una risposta ai sindaci e ai siciliani. Perché Musumeci ormai si sta sempre più “crocettizzando”. È diventato esperto in conferenze stampa e comparsate tv, mentre farebbe bene ad occuparsi dei tamponi, di far misurare la temperatura a chi sale e scende dai traghetti e dagli aliscafi. Dai treni e dagli aerei.

Perché di Musumeci non mi importa un tubo, dei siciliani sì.