Per il capogruppo dei senatori di Italia Viva, Davide Faraone, il nodo principale è tutto politico. 

Senatore Faraone, ma che sta succedendo?
«Tutto sommato è semplice: il centro-destra non riesce a fare il mestiere del king maker, Salvini non fa il regista. E così la situazione si sta incartando». 

Si spieghi meglio.
«Per leggere le dinamiche di queste ore dobbiamo fissare un paletto». 

Quale?
«Settimane fa, in tempi non sospetti, noi di Italia Viva e ultimamente devo riconoscere l’intero centro-sinistra, abbiamo tolto di mezzo ogni pregiudizio nei confronti del centro-destra. In parole povere abbiamo detto loro: proponete candidati che possono rispondere al ruolo di Presidente della Repubblica, candidati che ovviamente debbono essere “potabili” anche per noi perché non avete la maggioranza assoluta. Insomma abbiamo riconosciuto un ruolo importante al centro-destra nell’ “Operazione Quirinale”».

E invece?
«Tramontata l’opzione Berlusconi. Salvini tutto sta facendo tranne il king maker». 

Sta dando dell’incapace a Salvini?
«Tutt’altro, Salvini vuole strafare». 

E cioè?
«Fanno proposte di nomi che poi nemmeno votano loro e addirittura non partecipano al voto. Salvini vuole tenere assieme capra e cavoli. Vorrebbe che tutto il centro-destra, compresa la Meloni, votasse per il nuovo presidente della Repubblica e contemporaneamente non vuole mettere in discussione l’attuale maggioranza che però non comprende Fratelli d’Italia. Così accade che di sera fa capire che voterebbe un candidato che sta bene all’intera maggioranza, Pd compreso, e la mattina fa marcia indietro perché vorrebbe imbarcare anche la Meloni». 

E invece Fratelli d’Italia a che gioco gioca?
«Da sempre la Meloni è per elezioni anticipate. Non sta votando un Presidente ma per una crisi di governo. Obiettivo legittimo, intendiamoci. Ma che equivale a un pungolo nelle costole di Salvini. Anch’io vorrei che Fratelli d’Italia si unisse alla maggioranza nell’elezione al Colle ma se quel partito non ci sta me ne farei una ragione». 

Di qui l’impasse? Eppure sono emersi molti nomi di spessore.
«Non c’è dubbio che nomi come quelli di Casini o di Draghi, ma anche altre personalità, siano di alto profilo e perfettamente in linea col ruolo di presidente della Repubblica. Posso dire che mercoledì sera sembrava che si fosse a un passo da una soluzione rispettabilissima ma nella notte tutto è stato rimesso in discussione. Non da noi». 

Eppure non è la prima volta che Salvini tratta con altre forze politiche.
«Per molti aspetti questa situazione replica la lunga trattativa che ci fu fra Salvini e Di Maio dopo le elezioni del 2018. Finì per spuntare Conte». 

Cosa vuoi dire?
«Che dal centro-destra devono smetterla di cercare il nome casa per casa, devono rendersi conto che stiamo eleggendo il Presidente della Repubblica. Non è un concorso di bellezza».

Lei critica molto Salvini e il centro-destra ma sull’altro versante è andato tutto liscio?
«Il centro-sinistra ha sbagliato per una certa fase a giocare solo di rimessa. Tuttavia, negli ultimi giorni abbiamo riscontrato un atteggiamento più aperto da parte di tutte le forze del centro-sinistra. Noi di Italia Viva forse abbiamo fatto da apripista, ma onestamente tutte le formazioni di centro-sinistra hanno imboccato un percorso unitario evitando di contrapporre nomi ad altri nomi, rose ad altre rose». 

Come finirà?
«A questo punto è difficile rispondere perché è come se una gamba del sistema si rifiutasse di camminare. E una domanda che va fatta innanzitutto a Salvini». 

Non è che si sta preparando il terreno a un Mattarella bis?
«Ma tutti abbiamo visto il trasloco e gli scatoloni vuoti. Io poi sono siciliano, anzi di Palermo. Sarebbe sbagliato in assoluto, ma se c’è un parlamentare che non può tirare per la giacchetta il presidente Mattarella sono io».