«Nessun braccio di ferro. Conte porti finalmente il piano in Cdm e ne discutiamo», dice il presidente dei senatori di Italia viva Davide Faraone. Che aggiunge: «Altrimenti andiamo serenamente all’opposizione».
Senatore quale è lo scenario: ormai più che una crisi di governo sembra un braccio di ferro tra Conte e voi renziani.
«A noi non interessa alcun braccio di ferro, a maggior ragione con un paese in crisi per questa terribile pandemia. A noi interessa semmai affrontare seriamente la crisi sanitaria e la crisi economica. Tremeranno i polsi quando il paese dovrà ripartire economicamente, quanti perderanno il lavoro soprattutto al Sud e quanti non ne troveranno, noi vogliamo occuparci di loro, non delle messinscena di Casalino e Travaglio. Oggi sembra governino loro due».
Ad alcune richieste, cabina di regia e riforma dei servizi, Conte vi è venuto incontro ma l’altra sera un altro scontro: chiedete un piano dettagliato sui 62 punti del Recovery. Ci spieghi.
«Dobbiamo fare in fretta, da luglio chiediamo che si lavori al Recoverye si coinvolga il parlamento ed il paese e invece ieri si sono presentati all’incontro con un Bignami di 13 pagine. Non è serio. Dicevano che ponevamo strumentalmente problemi però hanno raddoppiato le risorse sulla sanità come noi chiedevamo, tolto quella terribile task force, aumentato le risorse per gli investimenti e ridotte quelle per sussidi e bonus. Vuol dire che avevamo ragione. Non basta, servono le risorse del Mes e più coraggio investendo sulla crescita».
Conte è deciso ad approvare il Recovery in Cdm già martedì e poi portarlo in parlamento. Lo farebbe per costringervi a uscire allo scoperto. Cosa farete a questo punto?
«Magari Conte accelerasse, finalmente direi. Ci si presenti però un piano serio prima di chiederci di votarlo. Se un manager presentasse un business plan di 13 pagine con argomenti generici per decidere come investire 209 miliardi di euro, sedici miliardi a pagina, come minimo l’azienda lo licenzierebbe in tronco».
Lei chiede il ponte sullo Stretto ma per Renzi non è una priorità mentre è d’accordo con lei qualcuno di Forza Italia. Non è un paradosso?
«Anche per Renzi è una priorità assoluta, si tratta soltanto di usare le risorse del Recovery che hanno il vincolo di realizzazione entro il 2026 per opere che riusciamo a realizzare in quel tempo e utilizzare le risorse nostre che liberiamo e che non hanno alcuna scadenza temporale per realizzare il ponte. Gualtieri ha capito benissimo cosa proponiamo ma siccome i grillini non sono d’accordo e non vuole affrontare la questione finge di non capire. Il ponte è utile al paese, finalmente alta velocità e finalmente le merci passeranno dall’Italia, non più da Rotterdarn, con enormi benefici economici».
Lei bolla come giustamente gravissima la vicenda del parlamentare Grassi, corteggiato da Conte. È possibile che operazioni del genere possano esserci anche nei confronti di qualche suo collega di partito. O lo esclude categoricamente?
«Sulla lealtà di tutti i parlamentari di Iv sono disponibile a buttarmi sul fuoco. Abbiamo scelto di fare questa esperienza perché non riusciamo a non dire liberamente ciò che pensiamo, sapevamo che sarebbe stata una navigazione complicata non abbiamo avuto paura quando siamo partiti figuriamoci oggi che siamo in viaggio. Se Conte vuole governare coni “responsabili” faccia pure, noi andremo serenamente all’opposizione».
Siete pronti ad andare sino in fondo ma quale è la strada: elezioni anticipate o governo di salvezza nazionale?
«Noi siamo pronti a tutto e abbiamo estrema fiducia nel Presidente della Repubblica figuriamoci se gli diciamo cosa fare. Le elezioni però sarebbero la scelta degli ipocriti e degli irresponsabili. Abbiamo costretto gli italiani a casa per Natale, i ristoratori a stare chiusi, i ragazzi a non andare in classe e poi in quelle stesse aule montiamo la cabina elettorale in piena pandemia? Una follia».
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